Costruire l’impresa sociale

‘Costruire l’impresa sociale’: il filo conduttore della II edizione de Le Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile, svoltasi il 4 e 5 ottobre 2002, si pone in un rapporto di stretta continuità con il tema della I edizione, incentrata su un articolato tentativo di raffronto tra il settore nonprofit statunitense e quello europeo. Che cosa si deve intendere, dunque, per ‘impresa sociale’? Quali imprese meritano la qualifica di ‘sociali’? Dagli interventi che hanno animato i due giorni del convegno, è emersa una pluralità di posizioni differenziate in merito a questi interrogativi di fondo.

Al riguardo, ci pare utile prendere le mosse dal suggerimento di chi (provocatoriamente) propone un’interpretazione estrema di un’espressione come ‘impresa sociale’, adottando rispetto ad essa una chiave di lettura à la Friedman e finendo così per identificarla con la ‘classica’ impresa for-profit: all’interno di tale prospettiva, l’impresa è infatti tanto più sociale quanto più è impresa, intendendo con ciò fare riferimento alla tendenza intrinseca a tale forma organizzativa a perseguire il proprio fine statutario – la ricerca del massimo profitto. Sia la teoria economica che l’esperienza storica dei sistemi economici occidentali sembrano in effetti suffragare, in misura significativa, la posizione di chi sottolinea la capacità del mercato for-profit di configurarsi come un meccanismo relativamente efficiente di allocazione delle risorse e di generazione di ricchezza e crescita economica sostenuta, innalzando fortemente e in maniera stabile il livello di benessere materiale delle società che abbiano intrapreso un sentiero evolutivo favorevole alla sua espansione.

D’altra parte, è del tutto evidente che, se si ritenesse esaustiva una risposta di questo tipo agli interrogativi sollevati, non vi sarebbe alcuno spazio per soggetti economici che intendessero coniugare l’adozione della forma di impresa con la scelta di perseguire stabilmente finalità sia profittuali che extraprofittuali. Un primo, interessante criterio di differenziazione tra imprese forprofit ‘classiche’ e imprese che invece possono essere qualificate come sociali è stato proposto da coloro che hanno identificato il principale tratto distintivo delle seconde nella scelta di conformarsi ai canoni della cosiddetta responsabilità sociale dell’impresa (Corporate Social Responsibility, CSR), decidendo di rispettare con sistematicità significativi vincoli di natura etica e sociale nello svolgimento della propria attività economica ordinaria.

Alcuni degli studiosi e professionisti intervenuti a Bertinoro hanno sviluppato stimolanti riflessioni proprio a partire da uno sforzo di esplorazione di questa complessa nozione e delle condizioni di compatibilità tra responsabilità sociale ed esigenze di profittabilità. Si tratta, come è noto, di un tema di grande attualità ed interesse, che ha dato inizio in poco tempo ad un filone di ricerca particolarmente rilevante e denso di implicazioni. A conferma di ciò, è sufficiente menzionare il Libro Verde della Commissione Europea, nel quale si attribuisce un ruolo primario alla capacità del sistema economico continentale di imboccare con determinazione la via della responsabilità sociale.