Economia Sociale: leva di sviluppo e ben-essere. il percorso della Regione Emilia-Romagna

A partire dal 2011 l’Assessorato Politiche Sociali della Regione Emilia-Romagna ha investito molto per valorizzare la visione del ruolo dell’Economia Sociale per il futuro del welfare e per l’attuazione di un diverso paradigma di sviluppo. Il presente documento vuole mostrare il percorso intrapreso, inquadrandolo nella sua matrice teorica e allineandolo agli interventi previsti e alle prospettive di sviluppo in materia a livello nazionale e, soprattutto, europeo. Recentemente le politiche a livello nazionale ed europeo hanno riconosciuto l’importanza dell’Economia Sociale nel contribuire allo sviluppo, nel favorire la crescita, nell’innescare percorsi virtuosi di uscita dalla crisi, nel contrastare la disoccupazione. Ciò deriva dalla presa di coscienza comune, ribadita da ricerche, studi e documenti ufficiali dell’Unione Europea, della necessità di promuovere il superamento del tradizionale binomio Stato-mercato al fine di raggiungere gli obiettivi di progresso che i paesi europei si sono prefissati.

Una definizione univoca del termine “Economia Sociale” non è ancora presente a livello europeo, stesso vale per il quadro normativo che vede variare le leggi che governano le diverse organizzazioni dell’Economia Sociale in modo significativo da paese a paese. In numerosi documenti ufficiali della Commissione e del Parlamento Europeo si identifica l’Economia Sociale come un gruppo di soggetti socio-economici il cui scopo generale della loro attività non è orientato al profitto e alla distribuzione dell’utile, bensì all’offerta di beni e servizi secondo principi quali la reciprocità e la democrazia. In altri termini, tali organizzazioni orientano la propria attività verso i propri membri o la comunità di riferimento, perseguendo obiettivi di interesse generale. Il concetto di interesse generale racchiude una pluralità di azioni con un impatto positivo sul benessere della società attraverso la soddisfazione di bisogni sociali, contribuendo al suo sviluppo socio-economico.

La pluralità di significati di questo termine deriva dall’aggettivo “sociale”, diversamente interpretato in letteratura. La prima accezione di sociale si riferisce alla partecipazione democratica di tutti i lavoratori alle decisioni economiche e alla ridistribuzione degli utili (ad esempio, l’impresa cooperativa). Il secondo significato rinvia invece alla capacità della società civile di organizzarsi e di esprimersi coerentemente con il proprio statuto; in questo caso l’Economia Sociale sarebbe sinonimo di Terzo settore, racchiudendo tutte quelle organizzazioni senza scopo di lucro il cui principio fondativo è la reciprocità.

Infine, il termine sociale può alludere ad un’economia il cui obiettivo primario è correggere le distorsioni, sul piano distributivo, generate dal mercato (c. “Economia Sociale di mercato”) (Bruni e Zamagni, 2009)2 . Il Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) definisce l’Economia Sociale come “l’insieme delle imprese formalmente costituite con autonomia decisionale create per soddisfare i bisogni dei propri membri attraverso la produzione di beni e l’offerta di servizi (inclusi quelli assicurativi e finanziari), dove sia il processo decisionale, sia la distribuzione degli utili non è direttamente connessa alla quota di capitale versata da ogni socio3 ”. A ciò si aggiunge l’esigenza