Un altro welfare: esperienze generative

Qual è il contributo allo sviluppo del territorio fornito dai soggetti del Terzo Settore? Come misurare questo contributo, anche in termini di coesione e innovazione sociale? Quali sono i meccanismi presenti in questi progetti che consentono la generazione di valore per la collettività?

Nella ricerca “Un altro welfare: esperienze generative” la Regione Emila Romagna si è posta come obiettivo quello di rispondere a queste domande, presentando 16 casi distribuiti su tutte le provincie che hanno già messo in atto una rete fra pubblico, privato e terzo settore nella costruzione di risposte ai bisogni del territorio.

L’Emilia-Romagna prova a indicare la via per un nuovo modello di welfare partendo dalle pratiche già presenti in regione. Si chiama non a caso “Un altro welfare: esperienze generative” la ricerca condotta dalla Regione Servizio Programmazione e sviluppo dei servizi sociali, Terzo settore, Servizio Civile e dal Nucleo valutazione e verifica investimenti pubblici insieme ad AICCON (Associazione italiana per la cultura della cooperazione e del non profit) e con il supporto tecnico di Ervet – agenzia in house della Regione ER. Nel corso del 2010 sono stati presi in esame 55 progetti indicati direttamente dai rappresentanti del terzo settore i e rappresentativi dal punto di vista dei contenuti, degli utenti e delle modalità operative. L’analisi ulteriore ha consentito di individuare quelli maggiormente significativi sul piano dell’innovazione. Si tratta di progetti che riescono a realizzare il modello del pluralismo societario teorizzato dallo studioso del welfare svedese Victor Pestoff, ovvero un sistema in cui i soggetti non profit, ma anche profit acquisiscono un ruolo importante nella creazione di servizi ma all’interno di una cornice dove il pubblico conserva il ruolo di regia e coordinamento. Secondo Pestoff, in un futuro che vedrà la spesa pubblica arretrare sempre di più, il pluralismo societario è l’unica alternativa a un modello di welfare basato sulla privatizzazione estrema (in cui in pratica il privato profit sostituisce lo Stato, mentre al terzo settore rimane un ruolo solo complementare).