39 – La grande illusione false relazioni e felicita’ nelle economie di mercato contemporanee

Introduzione
Scopo di questo contributo è mostrare che i noti paradossi della felicità messi a fuoco dall’analisi economica degli ultimi decenni (cfr Easterlin 1974; Scitovsky 1976; Frey e Stutzer 2002, Layard 2005) sono riconducibili anche alla sempre maggiore diffusione, all’interno delle cosiddette economie post-industriali, di quelli che potremmo qualificare come ‘beni pseudogratificatori’, intendendo con tale espressione quel sottoinsieme di beni il cui potenziale gratificatorio per chi ne fruisce è basso, nonostante le aspettative elevate dei soggetti al riguardo.

Più precisamente, servendoci di una distinzione kahnemaniana, si può dire che nel caso dei beni pseudo-gratificatori l’utilità sperimentata (experienced utility), ovvero l’utilità ex post, si riveli essere sistematicamente e significativamente inferiore all’utilità decisionale (decision utility), ovvero all’utilità ex-ante (cfr, per questa distinzione, Kahneman et al. 1997).

Nei paragrafi che seguono, ci concentreremo su due categorie di beni pseudo-gratificatori accomunate da una caratteristica fondamentale: in entrambi i casi in esame, il consumo individuale passa attraverso forme di socialità.

Quando, a livello teorico, si fa riferimento congiuntamente ai beni posizionali e ai beni relazionali, due categorie di beni ‘a fornitura sociale’ (socially provided goods) particolarmente ‘salienti’ all’interno delle economie avanzate contemporanee, si osserva che mentre nel primo caso sono in gioco forme di socialità strumentale, nel secondo caso la socialità è invece di natura espressiva, nel senso che le relazioni in essere hanno un valore intrinseco, agli occhi dei soggetti in esse coinvolti.

In questa nostra riflessione, tuttavia, cercheremo di complicare il quadro di riferimento poiché, come detto, la nostra analisi verterà su beni (relazionali e posizionali) pseudogratificatori: le forme di posizionalità e relazionalità che prenderemo in esame, infatti, configurandosi come surrogati a basso costo di beni ‘genuinamente’ posizionali e relazionali, possiedono un potere gratificatorio che si rivela particolarmente modesto ex post (e in itinere), nonostante le (erroneamente) elevate aspettative (ex ante) dei soggetti coinvolti.