96 – Un’analisi ecologica dell’economia civile del nord Italia

Introduzione

C’è un crescente interesse per l’economia civile (EC) intesa come una rivisitazione della storia del pensiero economico, come un ideale a cui uniformare l’organizzazione economica del futuro, come un criterio di analisi per capire meglio le attuali tendenze dell’economia. Quello che ci interessa è soprattutto l’ultimo punto: verificare come l’EC possa essere un modello di analisi delle economie locali, un modo diverso di guardare allo sviluppo economico e sociale di una comunità territoriale.

L’EC insiste su due punti: il valore strumentale dell’accumulazione e una maggiore attenzione agli aspetti relazionali della vita economica. Non si tratta di novità assolute: la prima può essere ricondotta all’economia senza fini di lucro o non profit, la seconda alla tradizione di pensiero che ha nel concetto di embeddedness il proprio fulcro. L’elemento di novità sta forse nell’accostare le due tradizioni di studio, producendo una visuale nuova sull’economia in generale e sulle aziende in particolare.

Tradizionalmente, gli studi che sottolineano gli elementi relazionali o di reciprocità dell’agire individuano un terzo settore, il cui tratto distintivo è proprio l’essere organizzato attorno a tali elementi (Donati 1996). Così, l’associazionismo, il volontariato e la cooperazione, in particolare per l’Italia quella sociale, sono gli ambiti concreti di studio. L’insoddisfazione per simile confinamento deriva non tanto dal constatare le molte differenze presenti all’interno del terzo settore, quanto dal ritenere che la relazionalità sia appannaggio esclusivo di tale ambito di azione.

KEYWORDS: economia civile, economie locali, elementi di reciprocità