Aiuti di Stato, servizi sociali e sanitari: prime note sul Parere del CESE (Comitato economico e sociale europeo)

Alceste Santuari, Università di Bologna

Nel diritto europeo, i servizi socio-sanitari godono di una considerazione giuridica particolare in ragione sia delle precipue finalità di interesse pubblico che essi contribuiscono a realizzare sia delle loro caratteristiche. Queste ultime, unitamente al ruolo e alle funzioni attribuiti agli enti pubblici, definiscono i modelli organizzativi adottati nei singoli sistemi sanitari nazionali. Come è noto, in ossequio al principio di sussidiarietà delineato nei Trattati europei, la programmazione e l’organizzazione dei servizi socio-sanitari è attribuita alla competenza dei singoli Stati membri.

Si tratta di una competenza primaria che trova la sua base giuridica sin dai Trattati di Roma: essi non assegnavano alla Comunità economica europea di allora alcuna attribuzione in materia di tutela della salute, privilegiando, invece, un’impostazione finalizzata esclusivamente alla creazione e allo sviluppo del mercato unico e quindi alla promozione della concorrenza.

Agli Stati membri è stata dunque riconosciuta una precisa responsabilità istituzionale in ordine all’organizzazione dei servizi socio-sanitari, che risponde anche alla pressione esercitata sui governi nazionali, in specie dopo la crisi finanziaria del 2008, affinché essi realizzino risultati più efficaci ed efficienti nella gestione delle politiche sanitarie.

All’interno dei singoli Stati membri, la regolazione pubblica dei servizi socio-sanitari registra una costante oscillazione tra la definizione giuridica di “servizio di interesse generale” e la caratterizzazione di attività economico-imprenditoriale, sottesa alle prestazioni oggetto dei servizi medesimi. Detta oscillazione non soltanto incide sul rapporto tra gli Stati membri e l’Unione europea in materia di organizzazione e fornitura dei servizi socio-sanitari, ma ha altresì indotto numerosi Stati membri a definire assetti giuridici ed istituzionali di “quasi mercato” dentro i quali collocare l’organizzazione, la gestione e l’erogazione dei servizi sociali e socio-sanitari.

I servizi di cui trattasi si ritrovano, dunque, all’interno di uno spazio di azione, in cui è necessario giungere ad una riconciliazione tra il modello regolativo concorrenziale e quello che informa l’organizzazione dei servizi socio-sanitari, in particolare per quanto riguarda gli obiettivi perseguiti e gli strumenti utilizzati.