Cultura e Impatto Sociale

Imprenditorialità di impatto sociale e strumenti di co-progettazione per la valorizzazione del patrimonio culturale

di Paolo Venturi[1] e Andrea Baldazzini[2]

Il contesto sociale ed economico all’interno del quale si muovono oggi le imprese è segnato da due aspetti principali:

  • da un lato un’estrema incertezza dettata dalle profonde trasformazioni in atto che interessano i mercati, le istituzioni, fino anche gli stili e modi di vita delle collettività;
  • dall’altro l’estrema rapidità di tali trasformazioni che rendono quasi impossibile la definizione di strategie a lungo termine.

Gran parte delle imprese mostrano così la tendenza a rimanere su una posizione maggiormente difensiva, mentre solo una parte minoritaria ha scelto di sperimentare modalità e “posture” differenti con cui stare sul mercato. Il bisogno che risulta essere più urgente quando ci si trova in un contesto del genere, diventa dunque quello di avere un orientamento e strumenti che guidino lo sguardo rispetto ad un orizzonte aperto.

Guardando in particolare all’esperienza delle Società Benefit, si può dire che esse siano un gruppo di imprese che effettivamente ha trovato la propria bussola, in quanto non si limitano a escogitare soluzioni per sopravvivere ed adattarsi alle attuali condizioni offerte dai mercati, ma fanno coincidere l’attività imprenditoriale con una precisa forma di intenzionalità trasformativa.

L’obiettivo del presente contributo è infatti duplice: da un lato si intende rimarcare alcuni degli elementi distintivi inerenti la natura delle Società Benefit, soprattutto dal punto di vista della “capacità relazionale” di tali imprese; dall’altro usare il riferimento al modo in cui esse abitano il territorio e si muovono nei mercati, come trampolino per approfondire la questione relativa agli strumenti amministrativi e le possibilità inerenti le pratiche di co-progettazione con particolare riferimento al tema della valorizzazione del patrimonio culturale.

La tesi che qui intendiamo mettere al centro si può riassumere nell’idea secondo cui il carattere distintivo delle Società Benefit, sia quello di essere imprese intenzionalmente rivolte al generare cambiamento come strategia per governare il cambiamento stesso. Ciò significa passare da una posizione meramente difensiva ad una spiccatamente propositiva, in cui l’azienda sviluppa una diversa coscienza rispetto le proprie finalità e potenzialità. Non solo, si intende inoltre sostenere che una simile tipologia di “cambiamento intenzionale” trova il fondamento in primis attorno a due cardini: l’adozione di governance organizzative aperte e l’investimento in cultura intesa sia come “bene di stimolo”, sia come piattaforma per la nascita di nuove alleanze trasversali tra attori diversi e l’abilitazione di imprese maggiormente aperte caratterizzate da una crescente capacità di collaborazione.

 

[1] Direttore AICCON.

[2] Ricercatore senior presso AICCON.