Delle strategie di uscita dalla pandemia da COVID-19

Collana “I Quaderni dell’Economia Civile” n.8 di Stefano Zamagni (Università di Bologna).

INTRODUZIONE

Al giorno delle lauree (2005) al Kenyon College in Ohio (USA) lo scrittore David Foster Wallace raccontò questa storiella. “Due giovani pesciolini incrociano un pesce più grande che va in direzione opposta. Questi, distrattamente, chiede loro: Salve ragazzi, com’è l’acqua oggi? I due non capiscono e proseguono. Ad un certo punto uno dei due dice all’altro: ma cosa è l’acqua? “. Troppo spesso le realtà più essenziali e serie attorno a noi pur vedendole non le riconosciamo e così non riusciamo a comprenderle, ad afferrarle. È questo il caso di quanto è accaduto, nel nostro come in altri paesi, con la pandemia che ci sta perseguitando dal 21 febbraio scorso. Il SARS-Cov-2 è tuttora un grande sconosciuto. Sappiamo dove è nato (Wuhan, Cina), ma non conosciamo come si è sviluppato, né quanto durerà l’epidemia, né se il virus si autolimiterà o meno. Soprattutto, non sappiamo se la flessione dei contagi sia da ascrivere alle misure di restrizione adottate o se altri fattori possano avere giocato favorevolmente (diminuzione dell’inquinamento da particolato atmosferico, altitudine dei territori o altro ancora).

Invece, delle gravi conseguenze di natura sanitaria, economica e sociale, di questa terribile crisi sappiamo ormai quasi tutto. Non mette dunque conto di insistere sulla narrazione di episodi, dati statistici, testimonianze, già ampiamente disponibili in letteratura e sui media. Preferisco piuttosto fissare l’attenzione sui modi di uscita dalla situazione presente con l’intento di suggerire possibili linee di azione. La tesi che difendo è che questa pandemia – che già sappiamo non essere l’ultima – costituisce una straordinaria opportunità che non va sprecata per reimmettere il nostro paese sul sentiero dello sviluppo umano integrale.

Al momento in cui scrivo, è appena iniziata la cosiddetta “fase 2” che si protrarrà verosimilmente fino al termine del corrente anno. Guai però ad attendere quella data per dare avvio alla “fase 3”, quella del ritorno alla normalità. È nei prossimi due/tre mesi che si deve porre mano al disegno di quale strategia d’uscita dalla crisi decidiamo di adottare. Ci ricorda Plutarco: “Se vogliamo che la nostra anima sappia affrontare le intemperie non possiamo iniziare a prepararla quando già siamo in mezzo al fiume. È nella normalità che ci si organizza per l’emergenza”. E di emergenze di natura socioeconomica e politica ce ne saranno in abbondanza l’anno venturo!