Considerando l’evoluzione del Terzo settore negli ultimi vent’anni, è ormai evidente il suo contributo significativo al processo di sviluppo del Paese.
In passato, il Terzo settore veniva visto come un attore sociale di secondo piano, posizionato tra lo Stato e il mercato, e considerato semplicemente come un meccanismo di compensazione per i fallimenti e le distorsioni generati dai due principali sistemi. Tuttavia, oggi si sta assistendo a un profondo cambiamento in questo approccio.
Si è infatti giunti ad una presa di consapevolezza del ruolo imprescindibile che questo “terzo pilastro” ha nell’alimentare tanto i processi democratici, tenendo insieme equità e crescita, quanto economie che non separano la produzione dalla redistribuzione del valore ed evitano il trade off fra valore pubblico e valore privato.
Il valore generato dal Terzo settore deve dunque essere inteso quale vera e propria forma di investimento sociale, che non si limita a beneficiare la comunità in quanto portatrice di bisogni ed interessi (stake-holder), ma mira a coinvolgerla in virtù del patrimonio di risorse di cui dispone (asset-holder), arrivando a generare anche significative forme di valore economico.