Per una fondazione filosofico-politica del nuovo welfare in Italia

Lo scopo che assegno a queste note, esposte, per ragioni di spazio, in modo apodittico, è quello di avviare una riflessione che possa servire da pista di lancio per un discorso pubblico volto alla rifondazione del nostro sistema di welfare, che deve rimanere universalistico.

  1. E’ alla scuola di pensiero francescana che si deve principalmente, a partire dal XIV secolo, l’invenzione e la creazione di quel modello di ordine sociale che chiamiamo “economia di mercato” e che ha avuto la sua culla in terra di Toscana e Umbria. Quattro sono i pilastri di tale modello, che valgono a farci intendere la differenza tra economia di mercato in senso proprio e attivazione di un insieme di mercati per facilitare gli scambi. (Si rammenti che già nell’antichità esistevano mercati).
    Il primo pilastro è la divisione del lavoro, ideata per dare a tutti, anche ai meno dotati in senso fisico e psichico, la possibilità concreta di lavorare. (Già nel Trecento, l’omiletica francescana diffondeva il seguente pensiero: “L’elemosina aiuta a sopravvivere, ma non a vivere; perché vivere è produrre e l’elemosina non aiuta a produrre”).