Position Paper | La prospettiva civile dell’impatto sociale
7 Luglio 2023Master in Economia della Cooperazione – MUEC 2023/2024
25 Luglio 2023La crescente rilevanza per il Terzo settore e l’economia sociale dell’impatto sociale ha stimolato in AICCON il desiderio di promuovere una riflessione sulle sperimentazioni, le culture e le pratiche di valutazione.
L’iniziativa “La prospettiva civile dell’impatto sociale”, promossa da AICCON in collaborazione con il Corso di Laurea Magistrale in Management dell’Economia Sociale del Campus di Forlì, si è svolta lo scorso 6 luglio a Forlì ed è stata l’occasione per presentare il Position Paper a cura di Luca De Benedictis, Serena Miccolis, Paolo Venturi e Stefano Zamagni.
Nell’introduzione Paolo Venturi, direttore di AICCON, ha evidenziato: “Sentiamo urgenza di orientare non solo l’azione sociale, ma anche quella pubblica ed economica verso orizzonti trasformativi: le buone azioni non bastano è necessario che sia buone le “trasformazioni”. Oggi vediamo nitidamente due traiettorie i cui non son neutri rispetto al modello di sviluppo: la prima è mossa da una visione utilitaristica, la seconda una visione contrattualistica. Due posture legittime ma che rischiano di svuotare il significato della valutazione d’impatto. Per questo motivi crediamo che sia necessario rilanciare una terza via: una visione civile dell’impatto sociale.”
“Il punto è proprio questo – ha sottolineato il prof. Stefano Zamagni dell’Università di Bologna nel suo keynote – il Terzo settore ha senso se opera per la trasformazione delle strutture esistenti a livello sociale ed economico. Ecco allora perché si è ritenuto da parte di AICCON di arrivare alla prospettiva di sguardo dell’economia civile, perché economia civile ed economia politica sono due paradigmi e paradigma è una parola greca che significa “sguardo”. Il paradigma dell’economia politica, di origine anglosassone, si basa sull’utilitarismo, il paradigma dell’economia civile invece ha il suo fondamento nell’etica delle virtù non nell’etica utilitaristica. Ecco perché più che di valutazione di impatto sociale dobbiamo imparare a parlare di valutazione di impatto civile, “VIC” anziché “VIS”. “Sociale” è l’aggettivo di “società “, il sostantivo di “civitas” è “civile”.
La discussione ha proseguito con l’intervento di Giusi Biaggi, Presidente Consorzio CGM, secondo cui: “L’esercizio di occuparsi delle grandi sfide grandi e provare a tradurle nel nostro mondo ti obbliga ad un altro esercizio che è quello di capire immediatamente che non basti a te stesso ma che hai bisogno di tante alleanze con altri e soprattutto anche di competenze. È questa la sfida dell’impatto civile!” e la relazione di Paola Bellotti, Direttrice Area Sostenibilità e Sviluppo Coopfond “La priorità riguarda la definizione degli stakeholder e dei portatori di interesse delle comunità, che devono essere chiari per l’impresa. È fondamentale capire dove l’impresa intende operare una trasformazione, al fine di mappare l’intervento e identificare i fattori abilitanti e i fattori di rischio, tenendo conto dell’ecosistema in cui opera l’impresa. L’obiettivo è lavorare sulla sostanza dei piani di investimento che possono generare impatto, concentrandosi sull’intenzionalità delle imprese nel percorrere un cammino insieme.”
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